La mattina appena sveglia, appena arrivata in facoltà incontrando gli amici, tra una lezione e l’altra a stomaco vuoto con i colleghi, appesantita dopo pranzo, una pausa e quattro chiacchiere con un’amica e dopo cena per concludere il pasto, male che andava erano sei i caffè che bevevo ai tempi dell’università, per non contare tutti quelli presi durante la notte per rimanere svegli a disegnare quando il giorno dopo si doveva consegnare qualche progetto o si era rimasti a studiare per un esame.
Tanti?
Forse, ma vedete prendere il caffè non è solo mandar giù caffeina, non è come bere una spremuta, dietro al caffè c’è molto di più.
Il caffè te lo devi godere, va preso da seduti, il cucchiaino deve ruotare all’interno della tazzina e poi lo devi sorseggiare. In compagnia? Ancora meglio.
Questo è come andrebbe bevuto, in teoria, per assaporarlo al meglio, ed è come mi piacerebbe che fosse ogni volta, ma invece non sempre va così.
La frenesia e i ritmi di questi anni ci hanno travolti, tazzina in una mano mentre con l’altra ci si sta pettinando, l’ustione del palato un giorni si e l’altro pure; l’ascensore è già al piano e noi ancora dobbiamo bere il nostro caffè. Non vi nascondo che a volte torno a casa e trovo sul tavolo la tazzina ancora piena.
Brevi cenni storici
Veloce è la parola del secolo almeno io così pensavo, e invece no, ho scoperto che già a quasi fine Ottocento si andava di corsa al bar a prendere il caffè.
A quei tempi la parola “fatturare” e la frase il “tempo è denaro” erano evidentemente già di uso comune, almeno qui in Italia, infatti fu proprio un italiano, un ingegnere torinese ad inventare la prima macchina del caffè per espresso, per poter servire ai clienti dei suoi alberghi e agli avventori dei suoi bar, un caffè istantaneo e veloce.
Nei primi anni del ‘900 si avviò la prima produzione in serie di macchine per il caffè, ma si dovette aspettare la fine della prima metà del secolo per vedere al lavoro le prime macchine a leva.
Sicuramente se state leggendo questo articolo è perché su google avete cercato “macchine da caffè antiche” il che vuol dire che siete degli appassionati di questo genere di apparecchi, mi sembrava quanto meno doveroso raccontarvi la loro storia.
Se la vostra idea quindi è quella di acquistarne una mi trovate pienamente d’accordo. Il loro stile così elegante e vintage ma allo stesso tempo così moderno e raffinato fanno di queste macchine un oggetto di design irresistibile che insieme all’ottimo caffè prodotto non possono far altro che convincere anche il più indeciso di voi.
Prodotti e costi
Facciamo ora un viaggio indietro nel tempo, e andiamo a vedere costi e prodotti, così qualora qualcuno di voi fosse ancora in dubbio se acquistarla o meno, fugherà ogni perplessità.
C’è da dire una cosa, ad onor del vero, la fascia di prezzo di queste macchine è decisamente non alla portata di tutti, arrivano a costare anche migliaia di euro, ma se proprio il caffè è il vostro pallino fisso, chi sono io per dissuadervi, e poi si sa la qualità si paga.
La gamma di prodotti è sicuramente ben assortita, tale da soddisfare anche i più esigenti, che non solo amano bere il caffè, ma a cui piace gustare anche un buon cappuccino o una calda tisana.
L’erogazione può essere ad una tazza o a due tazze, tutti i modelli sono provvisti di vaporizzatore.
Proprio come al bar quasi tutte le macchine sono dotate di ripiano scalda tazze e del cassettino raccoglitore posto alla base, estraibile e facile da pulire.
Il caffè utilizzato può essere già macinato, in cialda o in chicchi, fondamentale in quest’ultimo caso il macina caffè e il dosatore.
La pulizia e la manutenzione restano di fondamentale importanza affinché la macchina e il suo funzionamento rimangano in perfette condizioni.
Tipologie di macchine
In base alla passione e al culto che si ha per il caffè, e se ci si vuol sentire al bar anziché nel salotto di casa nostra, tenendo conto dello spazio che si ha a disposizione si può scegliere tra diversi modelli.
Analizziamone alcuni. Il modello a leva è il più iconico, il modello semiautomatico con la tecnologia delle più recenti macchine per il caffè ad uso domestico o il modello espresso bar con la scocca più grande che ripropone la tecnologia delle attuali macchine per espresso del bar.
Modello a leva
Questo tipo di apparecchio è forse quello più compatto rispetto agli altri, è dotato di caldaia, manometro per la pressione dell’acqua e indicatore del livello dell’acqua.
Il vaporizzatore e la relativa manopola regolatrice permette di realizzare gustosi cappuccini, tè e molte altre bevande che ne richiedano l’uso.
Il portafiltro, ha due filtri in base all’erogazione per uno o due caffè ed un aggancio a baionetta.
La macchina utilizza caffè in cialda o caffè macinato, essendo la macchina più contenuta in dimensioni non è dotata di macina caffè.
Modello semiautomatico
Il porta filtro, anche qui come quello a leva ha due filtri in base all’erogazione per uno o due tazzine ed un aggancio a baionetta.
Modello espresso bar
L’erogazione e la lunghezza del caffè è determinata dall’apposito tasto, una spia luminosa ci segnala l’avvenuto riscaldamento dell’acqua.
Se siete amanti del retrò e per voi il caffè è sinonimo di pausa sicuramente queste macchine che hanno fermato il tempo, fanno al vostro caso; se il vostro budget vi permette di osare, osate pure, ma mi raccomando restate ancorati ai giorni nostri, o vi ritroverete a sorseggiare il caffè nei bar della Belle Epoque.